New York |
Il desiderio di toccare il cielo ha origini ancestrali: menhir, obelischi, la torre di Babele, il faro di Alessandria, le Piramidi, le cupole e le guglie gotiche, torri e campanili, fino alla Tour Eiffel e alla Statua della Libertà: la tensione verso l'alto è ricorrente in tutta la storia dell'uomo, perché sentimento radicato nella stessa natura umana: sfida, voglia di distacco, ammirazione per la bellezza della volta celeste, anelito al trascendente, esigenza di dominio o espressione di potere. Ma non solo: ogni paese o città si riconosce nel suo simbolo alto, che contemporaneamente infonde protezione.
Nella seconda metà dell'Ottocento, mutamenti tecnologici, economici e sociali consentono la nascita degli skyscraper, i grattacieli. Queste nuove costruzioni raggiungono altezze ben maggiori dei loro predecessori, e non sono più solo simboli, ma veri e propri contenitori funzionali da vivere, non sono più da guardare solo dal basso, ma si può salire e lasciarsi affascinare da nuove prospettive, consentendo il distacco da terra, rendendo reale il "Diritto al cielo" (Piero Bottoni).
Eletti simbolo di modernità, progresso e potere (indimenticabile Metropolis di Friz Lang) nell'immaginario collettivo, caratterizzano ormai il concetto stesso di città e parlare di skyline richiama subito, inevitabilmente il profilo dei grattacieli. Da subito hanno stimolato sociologi, urbanisti e architetti, ispirando nuove teorie e proposte progettuali (Hilberseimer, Le Corbusier).
Eletti simbolo di modernità, progresso e potere (indimenticabile Metropolis di Friz Lang) nell'immaginario collettivo, caratterizzano ormai il concetto stesso di città e parlare di skyline richiama subito, inevitabilmente il profilo dei grattacieli. Da subito hanno stimolato sociologi, urbanisti e architetti, ispirando nuove teorie e proposte progettuali (Hilberseimer, Le Corbusier).
Milano |
Dalla Tribune Tower di Chicago (1925) ai giorni nostri lo stile dei grattacieli propone tutte le tappe della storia dell'architettura, fino ai nuovissimi progetti delle archistar, in vetro e acciaio, dalle forme imprevedibili, sempre più numerosi in tutti i gradi centri urbani, dagli Stati Uniti, all'Europa, all'Asia, ai Paesi Arabi, contendendosi il primato della costruzione più alta e dal design più accattivante. Le teorie classiche di urbanistica e di sociologia urbana vanno riviste e meditate alla luce del concetto di città verticale: risparmio di territorio, economicità costruttiva e gestionale, riduzione dei consumi energetici, possibile alternativa al modello di urbanizzazione orizzontale, evoluzione dei rapporti di vicinato e nuovi, imprevedibili stili di vita. Non sempre l'impatto è positivo: occorre conservare la storia, creare un dialogo con le preesistenze, valutare il contesto e le possibili conseguenze ambientali e paesaggistiche. Ma non si può negare che i grattacieli, oltre al loro indubbio fascino, possono avere un importante ruolo in un mondo che sta rapidamente e imprevedibilmente cambiando.
Parigi |
Fonti:
Antonino Terranova, Grattacieli, Edizioni White Star, Vercelli, 2003
Nessun commento:
Posta un commento