mercoledì 17 dicembre 2014

RENZO PIANO: IL CENTRO CULTURALE JEAN MARIE TJIBAOU


  Progettato da Renzo Piano, inaugurato il 4 maggio 1998 a Nouméa, in Nuova Caledonia. è un centro culturale dedicato a Jean Marie Tjibaou, un leader indipendentista dei Kanaki, popolazione indigena della Nuova Caledonia (ADCK). Il museo è stato creato per valorizzare e promuovere l'arte e la cultura locale e favorire gli scambi culturali.

  Renzo Piano propone un segno forte e strettamente connesso al luogo: i dieci “gusci”, di diverse dimensioni (il più alto di 28 m.), che si innalzano oltre le coperture trasparenti delle sale, e riprendono le forme delle capanne indigene integrandosi perfettamente nella stupenda natura di Nouméa. Le dieci “capanne” sono raggruppate in tre “villaggi” distinti, collegate da un percorso coperto che ricorda le vie cerimoniali dei villaggi locali. All'esterno del complesso u percorso pedonale attraversa un parco di piante autoctone con anche tre grandi “case” kanake tradizionali.


  Le “capanne” Sono costruite con struttura in iroko e acciaio: centine curvate, potentemente ancorate, e listelli orizzontali, che creano giochi di ombre e trasparenze e che al passaggio del vento emettono un suono particolare. Il legno col tempo prenderà il colore dei tronchi degli alberi di cocco delle coste della Nuova Caledonia. L'aspetto è di non finito. Nel sito ufficiale dell'ADCK si riporta la spiegazione di Renzo Piano: “Ho capito che una delle caratteristiche fondamentali dell'architettura Kanac è il cantiere. “Fare” è importante quanto il “finito”. Ho pensato quindi di sviluppare l'idea di cantiere permanente, o piuttosto un luogo con l'aspetto di un cantiere non finito”.


  La visione poetica e umanistica dell'opera è accompagnata dalla grande attenzione all'uso di tecnologie all'avanguardia, con l'uso di materiali moderni che affiancano quelli tradizionali, e alle prestazioni delle strutture, studiate per resistere ai venti ciclonici e ai terremoti e per consentire di utilizzare i venti dominanti per creare un confortevole flusso di aria fresca per i visitatori. Spiega Renzo Piano: “la scelta della tecnologia è implicita nella scelta del costruire -trovo che in un'epoca avanzata come la nostra, in cui sono disponibili materiali con livelli di coesioni elevatissimi, con alto grado di lavorabilità, di trattabilità, sia culturalmente sbagliato non cercare di plasmare un linguaggio architettonico che utilizzi queste potenzialità. E' già mistificante porsi il problema: un architetto, un costruttore, non può non impiegare un'attrezzatura tecnologica quando realizza il suo disegno”.

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