Bisogna
restituire agli inquilini coscienza e qualità della vita: l'uomo ha
tre pelli: la propria, gli abiti e la propria abitazione, che deve
poter modificare secondo la sua personalità. La casa è un organismo
in crescita, come l'uomo e le piante. Per questo proclama il “diritto
della finestra”, cioè il diritto degli abitanti di affacciarsi
dalla propria abitazione e modificarne la facciata fino a dove
arrivano le braccia.
Ovunque
piacevoli dettagli, personalizzati dagli inquilini, per un
nuova concezione dell'abitare.
Ancora: bisogna restituire alla natura il territorio che le è
stato sottratto dagli edifici: per questo il verde ritorna sui tetti
e sulle terrazze.
L'edificio
comprende 52 appartamenti con uno spazio per sport e gioco, sala da
gioco, studio medico, serra, caffè, 3 terrazze comuni sul tetto,
lavanderia, spazi per deposito, magazzini, box.
Hundertwasser
costruirà 37 edifici, con diverse destinazioni, ma sempre con la
stessa attenzione romantica all'individuo e alla natura.
Gli
architetti lo criticano duramente per l'assenza di regole, per il
gusto kitsch, ma probabilmente perché scomodo, perché invade il
loro campo con idee nuove, che incrinano le certezze e la purezza
lineare del razionalismo imperante. Certo è che gli inquilini del
complesso residenziale si dicono felici di abitarvi e parlano di
atmosfera familiare, clima comunitario, migliore rapporto con la
natura e la città.
Fonti:
- Kristina Hametner e Wilhelm Melzer, Hudertwasser Haus, Orac, Vienna, 1988
- Maurizio Corrado, in collaborazione con Marco Ferrari, Vegetecture, Gruppo editoriale Simone, 2011 - ebook qui
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