mercoledì 19 novembre 2014

GRATTACIELI

New York
  Il desiderio di toccare il cielo ha origini ancestrali: menhir, obelischi, la torre di Babele, il faro di Alessandria, le Piramidi, le cupole e le guglie gotiche, torri e campanili, fino alla Tour Eiffel e alla Statua della Libertà: la tensione verso l'alto è ricorrente in tutta la storia dell'uomo, perché sentimento radicato nella stessa natura umana: sfida, voglia di distacco, ammirazione per la bellezza della volta celeste, anelito al trascendente, esigenza di dominio o espressione di potere. Ma non solo: ogni paese o città si riconosce nel suo simbolo alto, che contemporaneamente infonde protezione. 
  Nella seconda metà dell'Ottocento, mutamenti tecnologici, economici e sociali consentono la nascita degli skyscraper, i grattacieli. Queste nuove costruzioni raggiungono altezze ben maggiori dei loro predecessori, e non sono più solo simboli, ma veri e propri contenitori funzionali da vivere, non sono più da guardare solo dal basso, ma si può salire e lasciarsi affascinare da nuove prospettive, consentendo il distacco da terra, rendendo reale il "Diritto al cielo" (Piero Bottoni). 
 Eletti simbolo di modernità, progresso e potere (indimenticabile Metropolis di Friz Lang) nell'immaginario collettivo, caratterizzano ormai il concetto stesso di città e parlare di skyline richiama subito, inevitabilmente il profilo dei grattacieli. Da subito hanno stimolato sociologi, urbanisti e architetti, ispirando nuove teorie e proposte progettuali (Hilberseimer, Le Corbusier).

Milano
  Dalla Tribune Tower di Chicago (1925) ai giorni nostri lo stile dei grattacieli propone tutte le tappe della storia dell'architettura, fino ai nuovissimi progetti delle archistar, in vetro e acciaio, dalle forme imprevedibili, sempre più numerosi in tutti i gradi centri urbani, dagli Stati Uniti, all'Europa, all'Asia, ai Paesi Arabi, contendendosi il primato della costruzione più alta e dal design più accattivante. Le teorie classiche di urbanistica e di sociologia urbana vanno riviste e meditate alla luce del concetto di città verticale: risparmio di territorio, economicità costruttiva e gestionale, riduzione dei consumi energetici, possibile alternativa al modello di urbanizzazione orizzontale, evoluzione dei rapporti di vicinato e nuovi, imprevedibili stili di vita. Non sempre l'impatto è positivo: occorre conservare la storia, creare un dialogo con le preesistenze, valutare il contesto e le possibili conseguenze ambientali e paesaggistiche. Ma non si può negare che i grattacieli, oltre al loro indubbio fascino, possono avere un importante ruolo in un mondo che sta rapidamente e imprevedibilmente cambiando.

Parigi
Fonti:
Antonino Terranova, Grattacieli, Edizioni White Star, Vercelli, 2003




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