Land
Art , o Earth Works, è un nuovo modo di concepire l'arte, non più
relegata negli spazi tradizionali, non più fatta di opere finite,
ma immerse nella realtà e forgiate nella natura e con essa in
mutamento.
Nasce
negli Strati Uniti, alla
fine degli anni sessanta, in contrapposizione al Modernismo e alle
metropoli. I grandi spazi naturali (praterie, foreste) fanno da
scenario a creazioni di grande scala, per mostrare il rapporto
uomo-natura in un processo di mutamento dove la natura pur
plasmata dal gesto umano, lentamente lo assorbe e lo supera,
autorigenerandosi. Per questo i tempi
di realizzazione richiedono lentezza, paziente attesa, perché
rispecchiano sovente i tempi della natura, costringendo alla
meditazione, all'ammirazione, all'immedesimazione: la creazione è in
armonia con le trasformazioni naturali della vegetazione, degli
eventi meteorologici, dell'avvicendarsi del giorno e della notte, del
moto del sole, della luna, delle stelle. Il tempo che passa è
parte dell'opera, che si compie solo nella trasformazione.
Questo
è il leitmotiv che unisce artisti molto diversi, per
atteggiamento ed espressione artistica, dapprima negli Stati Uniti e
poi in tutto il mondo, che più o meno consapevolmente vengono
classificati come Land Artist.
La
denominazione Land Art deriva da un film di Gerry Schum del
1969, che documenta l'opera dei primi, principali artefici di opere
di questo tipo: Michael Heizer, Walter De Maria, Robert Smithson,
Richard Long, Richard Long, Dennis Oppenheim, Barry Flanagan, Marinus
Boezem.
Earth Works è il titolo di una mostra di Robert
Smithson del 1968, ispirata al romanzo di fantascienza di Brian
Aldiss.
Robert Smithson è uno dei più rinomati esponenti di questo movimento:
famosissima è la sua Spiral Jetty, sul Great Salt Lake nello
Utah, del 1970, la cui concezione e realizzazione